HITLER ERA VEGETARIANO? NO!

Leave a Comment


Uno degli argomenti più usati per delegittimare il vegetarismo è quello che sostiene il vegetarismo di Hitler.

Prima di tutto, è una brutta fallacia argomentativa, conosciuta come reductio ad Hitlerum (variante della fallacia ad hominem) che comporta la squalifica dell'interlocutore, paragonato a Hitler, solo perché si condividerebbe qualcosa con lui.
Per capirci, possiamo formularla altrimenti, e con basi storiche più solide, dicendo: Hitler era cattolico, dunque essere cattolici è da nazisti.
Secondo, questa considerazione, pur molto diffusa, è anche falsa

Non solo per un motivo fattuale (mangiava anche la carne), ma soprattutto perché nel vegetarismo le motivazioni sono fondamentali: si può non mangiare carne per molti motivi, senza per questo essere vegetariani.

Il vegetarismo è un rifiuto della violenza, una pratica nonviolenta - come in quegli stessi anni mostrava Gandhi - e non un semplice regime alimentare. 

Il vegetarismo di Hitler è un luogo comune tanto diffuso da meritarsi un posto nel 
godibilissimo Il libro dell'ignoranza (Einaudi Stile libero 2007) di John Mitchinson e John Lloyd.Questo è quello che scrivono gli autori:



Hitler era vegetariano? No.
E’ una bella storia. Il peggior dittatore del Novecento, con le mani lorde del sangue di decine di milioni di persone, era troppo schizzinoso, o sentimentale, o ipocondriaco per mangiare carne. Questa storia viene regolarmene – e illogicamente – tirata in ballo ogni volta che si vuole dar contro al vegetarianismo. Peccato che non sia vera.
Svariati biografi, inclusi quelli che conoscevano personalmente il Fuhrer, documentano la sua passione per i wurstel bavaresi, il pasticcio di selvaggina e (a dar retta al suo cuoco) il piccione ripieno.

Era però afflitto da una flatulenza cronica, per la quale i medici gli raccomandavano di continuo una dieta vegetariana (un rimedio che sorprenderà molti vegetariani). Faceva anche regolari iniezioni di un siero altamente proteico derivato dai testicoli polverizzati di toro. Di lì a un timballo di funghi o a uno sformato di lenticchie la strada è lunga.

Né nei suoi discorsi né nei suoi scritti vi è prova del fatto che fosse ideologicamente favorevole al vegetarianismo, e non uno dei suoi luogotenenti era vegetariano.

In realtà, è molto più probabile che Hitler criminalizzasse i vegetariani, insieme a esperantisti, obiettori di coscienza e altri detestati “internazionalisti”.

Non era neppure ateo. Ecco quanto scrive tutt'altro che ambiguamente nel Mein Kampf: “Credo di agire nel senso del Creatore del mondo: difendendomi dagli ebrei, lotto per le opere del Signore”. Avrebbe usato la stessa espressione in un discorso al Reichstag nel 1938.
Tre anni dopo disse al generale Gerhard Engel: “Io sono ora un cattolico come lo ero prima, e tale rimarrò sempre”.

Lungi dall'essere una nazione ‘senza Dio’, la Germania nazista si rifaceva anche a certi rituali della Chiesa cattolica. I soldati di fanteria indossavano tutti una cintura con l'iscrizione Gott mit uns (‘Dio è con noi’) sulla fibbia, ed erano regolari e diffusissime le benedizioni di truppe ed equipaggiamenti.

Per avere un quadro più completo (ripreso dalla Rete):


1. La Vegetarier-Bund (Società Vegetariana Tedesca), fondata nel 1892, venne soppressa dal regime nazista (riaprì nel 1946). Chiusura bizzarra, se Hitler ne fosse stato un sostenitore. C’è un articolo della società Vegetarier-Bund su queste falsità.

2. La politica hitleriana non promosse mai il vegetarismo. Il non promuovere pubblicamente questa sana alimentazione è significativo, da parte di un leader che rinforzò rigorosamente altre politiche salutiste, come una legislazione che condannava il fumo e l'inquinamento, o le misure a tutela delle donne in gravidanza e partorienti. 

3. Hitler non era vegetariano; furono i suoi medici a prescrivergli occasionalmente - per migliorare le condizioni della sua salute - di seguire una dieta priva di carne. Il Ministro della Propaganda, Goebbels, manipolò questo fatto per spingere il pubblico a considerare il Führer come un Santo, come il vegetariano - loro contemporaneo - Mohandas K. Gandhi. In realtà, Gandhi fu l'esatto opposto di Hitler anche in questo, dato che i medici, per migliorare la sua salute, gli consigliavano di bere brodo di carne. Mentre Gandhi rifiutò, Hitler si lamentava delle prescrizioni dei suoi medici e si spacciava per vegetariano nonostante mangiasse ravioli al ragù. 

4. Il materiale biografico descrive spesso Hitler come un ‘vegetariano’ con un debole particolare per salse carnee, caviale e prosciutti

Il biografo John Toland (Adolf Hitler), riporta che l'alimentazione di Hitler, quand'era studente, consisteva in "latte, pasticci di carne e pane"

Un altro suo famoso biografo, Robert Payne (The Life and Death of Adolf Hitler), afferma che quella del vegetarismo fu una deliberata montatura, veicolata dai nazisti per dipingere Hitler come figura pura e dedita al bene
Payne scrive: "L'ascetismo di Hitler aveva un ruolo importante nella sua immagine pubblica in Germania. Secondo una leggenda ampiamente diffusa, non fumava, era astemio e non frequentava donne. Soltanto la prima affermazione era veritiera. Beveva spesso birra e vino, aveva una predilezione particolare per le salse a base carnea bavaresi e prese moglie... il suo ascetismo era una finzione inventata dal Ministro della Propaganda nazista Joseph Goebbels, per enfatizzarne la dedizione totale, l'autocontrollo e la distanza che lo separava dagli altri uomini". 

Il Professor Rynn Berry ha recensito The Heretics Feast (un libro che alimenta la leggenda di Hitler vegetariano) con queste parole: "Mentre è vero che i medici di Hitler gli prescrissero una dieta vegetariana per curarne la flatulenza ed un disturbo cronico dello stomaco, diversi tra i suoi biografi, come Albert Speer, Robert Payne, John Toland ed altri, riportano la sua predilezione per salse a base di carne e carni trattate. Anche Spencer sostiene che Hitler divenne vegetariano soltanto a partire dal 1931: 'Si potrebbe affermare che dal 1931 seguì una dieta vegetariana, ma la trasgrediva in alcune occasioni' ". 
Quando si suicidò in un bunker, nel 1945, aveva 56 anni; sarebbe quindi stato vegetariano per 14 anni. A dimostrare il contrario, esiste la testimonianza di Dione Lucas, la donna che fu la sua cuoca personale ad Amburgo, verso la fine degli anni Trenta. Nel suo libro Gourmet Cooking School Cookbook riporta che il suo piatto preferito - quello che richiedeva abitualmente - era il piccione farcito. "Non vorrei farvi passare la voglia di mangiarlo, ma potrebbe interessarvi sapere che il piccione farcito era in assoluto il piatto preferito del signor Hitler, che cenava spesso in quest'hotel". 

Concludiamo citando un libro assai interessante e sicuramente non di parte: The Medical Casebook of Adolf Hitler (Leonard e Renate Heston, William Kimber & Co, 1979). Basato su materiale tratto da archivi medici tedeschi dell'epoca, chiarisce esaurientemente tanto le abitudini alimentari di Hitler quanto le loro motivazioni: "Dall'inizio degli anni 30, Adolf Hitler cominciò a soffrire di crampi ed acuti dolori nella parte destra dell'addome. Il dolore lo colpiva poco dopo i pasti. Quando ciò accadeva, Hitler generalmente lasciava la tavola. A volte tornava dopo che 'era passata la crisi', come narra Albert Speer, altre volte non tornava affatto. All'epoca aveva quarant'anni e non era mai stato seriamente malato... nessuno avrebbe potuto convincerlo a sottoporsi a degli esami per questi dolori addominali... si curò da solo... Indubbiamente a causa dei dolori provocatigli da alcuni cibi, eliminò pasticci elaborati e carni, continuando ad eliminare alimenti fino a limitare la sua dieta a vegetali e cereali - un cambiamento significativo, in un uomo famoso come goloso di dolci e pasticcini..."

0 commenti:

Posta un commento

Powered by Blogger.