OLIVIERO TOSCANI E IL REALE

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di Giulio Sapori

Oliviero Toscani, in onda durante la trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio24, attacca la giornalista: "La Gabanelli sbaglia come nella storia della pizza. E' chiaro che le oche vengono spennate, lo sappiamo tutti. Da dove arrivano le piume delle oche, dal cielo?". "Che scoperta che ha fatto la Gabanelli – aggiunge - i prodotti li fanno all'estero! Lo fanno molte altre ditte meno chic e lei va a bastonare la Moncler". "Bertelli, amministratore delegato di Prada, non doveva nemmeno risponderle, doveva mandarle un'oca e dire: ho mandato il tuo ritratto". "Gli animalisti – attacca ancora Toscani – rompono sempre i coglioni, come tutti i fondamentalisti" (Fonte: ANSA).
Quello che non capisce Oliviero Toscani, deridendo Report per aver mostrato come si creano piumini Moncler e in che posti li produca Prada, è che sapere e vedere sono cose diverse. 
Non occorre essere informati della differenza tra la realtà (la normalità 'addormentata', convenzionale e protettiva) e il reale (l'osceno), resa famosa da Lacan.
Ma un 'pubblicitario-artista' come Toscani dovrebbe sapere qualcosa sul feticismo delle merci di cui ha parlato Marx, cioè quel loro "carattere mistico" che oblitera il modo di produzione, spesso indecente, che le pone in essere. 

"In guerra si muore", dicono gli 'illuministi': ma come mai, dopo il Vietnam, ai giornalisti non è stato più possibile far vedere la guerra? Forse perché vedere effettivamente qualcosa è diverso dall'impersonalità addormentata del sapere qualcosa?
Vero gesto radicale, in un mondo addormentato dalle pubblicità e dai venditori, è «portare all’apparenza la stessa apparenza» (Giorgio Agamben), mostrando il sangue e la pesantezza anche di un immacolato e sofficissimo piumino.

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